martedì 30 ottobre 2012

La città che non avremmo mai voluto vere.. e le promesse non mantenute

di Paolo Orneli - Innanzitutto desidero esprimere vicinanza e solidarietà nei confronti dei tantissimi studenti che in questo momento stanno sfilando per le strade di Ostia, per ricordare a tutti noi che la scuola pubblica in questo paese non può essere considerata una spesa da tagliare.
Semplicemente perché un paese che smette di investire sulla scuola, in realtà sta rinunciando al suo futuro e ad ogni possibilità di costruire una vera via d’uscita dalla crisi e una speranza di cambiamento.
In secondo luogo, vorrei ribadire in quest’aula una totale solidarietà e vicinanza nei confronti del vicepresidente del Municipio Renzo Pallotta, vittima nei giorni scorsi di una ignobile e preoccupante intimidazione.
Mi dispiace rilevare come dopo quel fatto non ci sia stata alcuna manifestazione pubblica di solidarietà da parte di altri esponenti della giunta o della maggioranza di questo Municipio, segno evidente del deterioramento non solo politico ma anche umano dei rapporti all’interno della destra municipale.
Veniamo al motivo per il quale siamo qui oggi. La sfiducia nei confronti del Presidente del XIII Municipio Giacomo Vizzani, della sua giunta e di una “maggioranza” che in questi quattro anni e mezzo si è rivelata profondamente inadeguata, poco trasparente e totalmente scollegata dai problemi reali e dai bisogni concreti di chi vive o lavora in questa nostra città.

Si potrebbero fare tantissimi esempi di questo scollamento. Basti pensare a quanto sta avvenendo nelle scuole del nostro territorio, dove 320 bambini disabili si sono visti tagliare l’assistenza educativa in modo vergognoso e scriteriato, generando disagi inaccettabili, rispetto ai quali fino a due giorni fa questa giunta ha perfino negato l’esistenza del problema.
Il nostro non è un giudizio di chi è prevenuto. Nella primavera del 2008, Giacomo Vizzani è stato legittimamente scelto dagli elettori per guidare questo Municipio. Il nostro atteggiamento fu allora di grande responsabilità e rispetto.
Nel corso del primo consiglio municipale che si tenne nel centro anziani di Dragona (Vizzani aveva promesso che almeno una volta al mese ci saremmo riuniti fuori dal “palazzo”, nei luoghi pubblici della nostra città) ci augurammo, astenendoci sul programma di governo del nuovo Presidente, che il nostro Municipio riuscisse davvero a progredire e a veder migliorata la qualità della vita dei suoi cittadini.
Ciò purtroppo non è accaduto, e penso che questa sia una lettura oggettiva e incontrovertibile della realtà.
Presidente Vizzani, il suo primo atto di governo di questo Municipio è stato quello di firmare la riapertura al traffico di Via Villa di Plinio. Una scelta  che ha segnato in modo inequivocabile un indirizzo sbagliato e una politica fallimentare in tema di mobilità sostenibile, trasporto pubblico e viabilità.

Il Municipio in questi anni è stato completamente assente, rinunciando ad esercitare il suo ruolo di pungolo e di indirizzo su questioni determinanti e molto sentite dai cittadini come ad esempio quelle della ferrovia Roma-Lido. Una ferrovia che ne 2008 noi vi consegnammo dopo aver acquistato sei nuovi treni con l’aria condizionata, dopo aver potenziato la pianta organica di macchinisti e capistazione e con investimenti importanti per proseguire sulla strada dell’ammodernamento delle infrastrutture. Nel 2008 le frequenze dei treni nelle ore di punta erano inferiori agli 8 minuti. Sono fatti oggettivi, così come è stato palese il vostro disinteresse verso la Roma Lido in questi anni, in cui il servizio è inesorabilmente sprofondato a livelli da terzo mondo.

Dovreste vergognarvi, perché invece di affrontare queste questioni che attengono alla vita reale dei vostri concittadini, avete preferito avviare una sterile discussione con Roma  – quella sul cosiddetto decentramento - sui “poteri” da gestire, come se la politica fosse “gestione del potere” e non “servizio alla polis”. Avete perso una grande occasione, ma soprattutto l’avete fatta perdere alla nostra città.

Nessuna grande opera è stata avviata in questi anni. Né quelle legate alle carenze infrastrutturali (Ponte della Scafa, Via del Mare, Crisotforo Colombo) né quelle altrettanto importanti come la sicurezza idraulica del territorio.

Invece, nei primi otto mesi del vostro mandato, avete dilapidato la bellezza di 14 milioni di euro (!!!) attraverso 31 determinazioni dirigenziali firmate dal nuovo direttore dell’Ufficio Tecnico, Aldo Papalini, con le quali sono stati affidati “in somma urgenza”, cioè senza gare d’appalto e con una scelta discrezionale delle imprese, lavori pubblici che quantomeno avevano una natura dubbia sotto il profilo della legittimità (ad esempio quelli sul Fosso del Fontanile, di proprietà regionale e che non hanno risolto il problema degli allagamenti) o sotto il profilo della “straordinarietà ed imprevedibilità” (a meno che non si voglia considerare straordinario e imprevedibile il fenomeno della pioggia invernale o quello della normale usura del manto stradale).

Su questa vicenda, come è noto, sta indagando la Corte dei Conti, e noi pensiamo che prima o poi verrà fatta giustizia e si saprà tutta la verità.

Avete vinto le elezioni sulla sicurezza. Ebbene, alla prova del governo cosa avete fatto? Il ruolo che compete ad un ente locale per migliorare la sicurezza dei quartieri è quello di combattere il degrado, favorire l’aggregazione delle persone, promuovere integrazione, socialità e interventi di prevenzione attraverso la cultura, i servizi alla persona, la cura e la moltiplicazione degli spazi pubblici.

Voi non avete svolto questo ruolo. Anzi, solo a mero titolo di esempio:

- avete de-finanziato i capitoli di bilancio che avevamo istituito in materia di sicurezza urbana e di sicurezza stradale, abbandonando ad esempio luoghi come Piazza Capelvenere dove c’erano già progetti esecutivi di recupero che andavano soltanto realizzati;

- avete interrotto la riqualificazione della ex Colonia Vittorio Emanuele III, dove c’era un progetto finanziato con due milioni per realizzare la “Casa della Cultura”, che voi avete ridimensionato e trasferito nei seminterrati della colonia;

- avete chiuso il Teatro del Lido e il centro di aggregazione giovanile che operava a Nuova Ostia;

- avete interrotto i programmi di riqualificazione urbana, disinteressandovi alle opere pubbliche che ancora oggi debbono essere realizzare ad Ostia Ponente come ad Acilia;

- avete ridotto gli investimenti sulla scuola, sugli spazi pubblici, su verde e giardini (mai così abbandonati) e su tutti quei progetti che sarebbero utili e necessari per rendere più civile e più solidale una comunità.
Ma il punto che a mio avviso è più grave sta nel fatto che avete interrotto un percorso che era stato avviato sulla legalità. Non avete avuto il coraggio di portare avanti una battaglia che dovrebbe essere di tutti, quella contro le infiltrazioni delle mafie e della grande criminalità organizzata.

Qui io non vi sto accusando di aver commesso dei reati o di aver direttamente favorito un maggiore radicamento della malavita nella nostra città.

Vi sto invece dicendo che per anni avete sottovalutato, e a volte perfino negato l’esistenza di questo gigantesco  problema, che attiene principalmente alla penetrazione di queste organizzazioni, attraverso il riciclaggio di denaro sporco, nel tessuto economico della città, dagli esercizi commerciali alle spiagge. Per non parlare dell’urbanistica.

Il Municipio su questo è stato colpevolmente assente. E di fatto ha mandato un messaggio sbagliato a cittadini e imprese.

Non solo,  perché di fronte agli incendi dei chioschi, agli attentati e alle intimidazioni, di fronte alle parole di magistratura e forze dell’ordine – che hanno più volte sottolineato l’interesse delle mafie verso le attività delle spiagge – non ci è parso particolarmente intelligente procedere in materia di demanio marittimo a fare affidamenti diretti della gestione o della custodia di arenili, a volte perfino a società appena costituite. In questo modo, è oggettivo che si è resa l’amministrazione più debole ed esposta davanti al rischio di tali infiltrazioni.

Potrei continuare a lungo, ma saranno i miei colleghi di opposizione a completare questo elenco di ragioni per le quali è oggi opportuno porre termine a questa infelice esperienza politica ed amministrativa. Dallo scandalo dei parcheggi a pagamento sul lungomare all’inesistenza di programmi di manutenzione della città degni di questo nome. Dalla dissennata gestione, o meglio, privatizzazione degli spazi pubblici all’abbandono delle piccole e medie imprese. Dagli sprechi di risorse pubbliche su sagre e festicciole di dubbio gusto alle carenze dell’edilizia scolastica.

Io credo che la nostra città non possa permettersi altri sei mesi di immobilismo o di scelte sbagliate.
Bisogna staccare la spina, adesso. E’ una questione di dignità.

Ora è possibile che la nostra mozione di sfiducia non venga approvata. Questo non perché c’è una maggioranza coesa e dalle idee chiare. Non perché l’opinione pubblica della nostra città ancora vi sostiene. E neanche perché ci sono importanti progetti da portare a termine. Purtroppo, nulla di tutto questo.

Potreste riuscire ad evitare la sfiducia unicamente perché siete riusciti, solo temporaneamente, a trovare un accordo di bassissimo profilo su poltrone e incarichi e perché il garante di questo patto scriteriato sulle poltrone è stato il Sindaco di Roma Gianni Alemanno, che nei giorni scorsi vi ha di fatto commissariato.

Sarebbe comunque una vittoria di Pirro. Deve esservi chiara una cosa. Oggi o tra sei mesi questa nostra città, da voi abbandonata a se stessa eppure bellissima e dalle incredibili potenzialità, riuscirà a voltare pagina.

Caro Presidente Vizzani e cari colleghi della destra. Avete fallito e il vostro tempo è già scaduto. Anche se non ve ne siete ancora accorti o, come forse è più probabile, fingete soltanto. Abbiate un po’ di dignità ed aiutateci a restituire la parola, come è giusto che sia, ai cittadini di questo nostro Municipio.

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