martedì 6 marzo 2012

LA BUONA NOTIZIA- BENVENUTI AL SOCIAL BEACH

di Claudio  Borzi 
La buona notizia che vogliamo raccontare oggi, l’abbiamo cercata in realtà tra le pieghe di una pessima notizia e cioè, quella sui criteri di assegnazione della gestione delle spiagge libere di cui abbiamo parlato in altra pagina del magazine. Scopriamo il perché andando a conoscere meglio il lavoro di una delle realtà più virtuose del nostro Municipio: la Cooperativa Futura Onlus.
Ostia Ponente, nota anche come Nuova Ostia la riconosci subito: mentre percorri il lungomare in direzione foce del Tevere, ad un certo punto inizia una lunga fila di malandati palazzoni, tutti uguali e sormontati da mansarde dal tetto spiovente di gusto più montano che mediterraneo, che in realtà sono state pensate per aggiungere cubature ad edifici già troppo grandi per essere costruiti a pochi metri dalla spiaggia e troppo ammassati l’uno sull’altro per garantire agli abitanti uno standard di vita accettabile.
Un quartiere nato col boom edilizio nei primi anni settanta, destinato ad accogliere baraccati del Mandrione, del Tiburtino, dell'Alessandrino e di altre borgate romane. Non c’è da stupirsi se una zona nata male e lasciata all’abbandono per troppo tempo, sia assurta alla ribalta delle cronache quasi esclusivamente per fatti gravi di criminalità, comune e organizzata. L’ultimo gravissimo episodio risale al novembre scorso, quando in un agguato sono stati uccisi due uomini.
E’ in questo difficile contesto che la Cooperativa Futura Onlus inizia le sue attività nel lontano 1981:

un lavoro preziosissimo volto non soltanto a rispondere alle diverse emergenze di carattere sociale (vedi specchietto a lato), ma che di fatto è diventato il principale punto di riferimento, avamposto sul territorio di istituzioni da sempre percepite lontane o del tutto assenti. A tutt’oggi nell’area centrale che ruota attorno a Piazza Gasparri non esiste un’edicola e le attività commerciali sono ridotte all’osso.
Abbiamo incontrato la presidente, Marilena Zuccherofino, alla quale abbiamo chiesto una valutazione sul recente bando della Giunta Municipale sull’assegnazione delle spiagge libere.

D - In che modo la Coop. Futura è stata interessata dal bando?

R - La Futura Onlus da alcuni anni gestisce a fini sociali una delle spiagge in questione, a Piazza Scipione l'Africano, che abbiamo chiamato “Social Beach”.

D – Quali sono le sue caratteristiche?
R - Questa iniziativa mira principalmente a due obiettivi:
1- garantire un luogo aperto e libero, uno spazio a disposizione dalle famiglie del territorio;
2- operare l’inserimento lavorativo per persone con disabilità e persone socialmente svantaggiate (ex tossicodipendenti, ex detenuti, persone segnalate dai servizi sociali). Inoltre, la spiaggia diventa il luogo per i nostri servizi: centro estivo integrato per ragazzini con disabilità e non, la casa famiglia e i centri diurni che la frequentano tutti i giorni trasferendo all’aperto le loro attività.
L’ingresso è libero e gratuito per tutti, uno spazio obiettivamente importante per questa parte di città e vorremmo proseguire il lavoro avviato.

D – Perché siete in allarme, cosa comporterebbe per Social Beach il bando per come è stato concepito?
R - Intanto l’impiego economico richiesto (200.000 euro) per noi è proibitivo. Un tale investimento dovrà necessariamente essere compensato dall’aumento delle tariffe. Adesso, ad esempio, l’affitto di un lettino costa 5 euro e il bando ne aumenta il costo a 7 e questa spesa aggiuntiva per le famiglie del quartiere diventa davvero gravosa! Inoltre è previsto l’allestimento di grandi strutture destinate a diverse attività “ludico-ricreative”che andranno a ridurre lo spazio dell’arenile con l’obiettivo di spingere le persone a “comprare” ulteriori servizi in aggiunta al “semplice” godere del sole e del mare” su una spiaggia sempre più striminzita. Una visione dunque che richiederebbe una gestione tutta orientata al profitto che ci costringerebbe a cambiare approccio dovendo rinunciare necessariamente alle finalità sociali. Ma questo è contrario alla natura stessa della cooperazione sociale ed estraneo al dna della Cooperativa Futura.

D – Come pensate di andare avanti adesso?
R - Intanto abbiamo intrapreso un’azione legale contro il bando attraverso un ricorso al Tar, se non dovesse andare a buon fine, saremo purtroppo costretti a rinunciare a questa impresa, perché non possiamo e non vogliamo snaturarci! Ci impegneremmo comunque a vigilare che la spiaggia resti libera e aperta a tutti!

D - La Cooperativa Futura è presente in questo territorio da ben 31 anni, che bilancio potreste fare di questa presenza? Com’è stato e come è il rapporto con la gente?

R - La presenza in un luogo simile ci ha caratterizzato molto: abbiamo scelto noi di stabilire la sede qui, siamo in Via Mario Fasan, a un passo da Piazza Gasparri. Il bilancio è positivo: siamo parte integrante di questa realtà e riteniamo che questo tipo di attività sia molto significativo in luoghi difficili come questo perché sono l’esempio del fatto che si possa operare in modo costruttivo, in maniera corretta, rispettando le regole e la legalità. Condividiamo lo spazio rimanendo fedeli ai nostri valori e questo di per sé costituisce un esempio e un modello positivo. Molte persone ora adulte sono cresciute anche frequentando i nostri centri di aggregazione dove hanno potuto trovare nuove opportunità , nuove conoscenze, modelli diversi e credo che anche questo abbia contribuito ad una promozione sociale di questo territorio che oggi, pur tra tanti problemi, è comunque molto migliorato dai primi anni in cui abbiamo iniziato il nostro lavoro.

D - La presenza del Nuovo Porto Turistico in che modo ha cambiato questo territorio?

R - Sostanzialmente non è cambiato granché, le due realtà sono rimaste piuttosto separate; sì, certo, adesso le persone possono fare una passeggiata al centro commerciale all’aperto, ma strutturalmente questo quartiere è rimasto piuttosto immutato, con i suoi problemi e le sue dinamiche. Probabilmente qualche opportunità di lavoro l’avrà anche offerta, e in qualche modo avrà inciso sul mercato immobiliare, ma poco di più. Recentemente ho sentito dire da una persona di qui: “Questo quartiere è come se non ci fosse: quando si fanno interventi per Ostia, a noi ci girano sempre intorno”.

D - Quale valutazione potete fare di tutti questi anni di lavoro come cooperativa sociale?
R - Un bilancio positivo di cui andare orgogliosi perché malgrado le difficoltà, siamo un’impresa che dà lavoro a 100 persone nel pieno rispetto di tutte le regole sia verso il lavoratori che il committente e i destinatari dei servizi.

D – Di quali difficoltà si tratta?
R - Spesso ci si trova a subire ingiusti trattamenti: non solo pagamenti perennemente ritardati (con l’obbligo di ricorrere al fido bancario per poter pagare i nostri modesti stipendi), ma anche nessun riconoscimento di ruolo. Ad esempio, se un tema viene portato all’attenzione della politica e dell’imprenditoria locale, la cooperazione sociale, non viene convocata a questi tavoli, non viene riconosciuta né come impresa né come soggetto sociale, eppure, per dimensioni e capacità di dare risposte concrete ai bisogni delle persone, siamo tra le imprese più dinamiche del territorio.

D - Cos’è che vi dà la forza di andare avanti, nonostante le difficoltà di sempre cui si aggiunge ora questa decisione della giunta municipale sulle spiagge?

R - Siamo molto motivati dai nostri valori che sono quelli della solidarietà, della giustizia: noi crediamo che tutti debbano avere le stesse opportunità, anche le persone con disabilità o quelle che provengono da situazioni socio-familiari difficili. Questa ispirazione ci fa sentire un gruppo coeso che vuole testimoniare che è possibile trasformare la società con la presenza attiva e il rispetto della legalità.
In questi ultimi anni è venuta meno l’attenzione ai temi sociali, ai bisogni delle persone, quelle persone che noi incontriamo tutti i giorni conoscendone i drammi, le difficoltà, ma anche le speranze ed i sogni. Crediamo che non possa e non debba essere il parametro economico l’unico ad orientare le scelte politiche! Quello che appunto si è voluto utilizzare anche per questo bando sulle spiagge libere.
Un altro elemento di cui siamo fieri è la nostra organizzazione interna, tipica del mondo cooperativo che si basa sul concetto di “aiutarsi reciprocamente” piuttosto che pensare ciascuno alla propria “carriera”. Pensiamo che la forma cooperativa debba tornare ad essere un modello da incentivare perché da sempre è quello che sa rigenerarsi anche nei momenti di crisi.
“Vorrei qui citare una frase di Albert Einstein”, aggiunge Massimiliano Bossi, vice-presidente della Futura: "La struttura alare del calabrone, in relazione al suo peso, non è adatta al volo, ma lui non lo sa e vola lo stesso." “In realtà – commenta - pare che il calabrone riesca a volare grazie alla presenza di vortici d’aria creati dall'oscillazione delle ali e dal loro cambiamento di inclinazione, movimenti che seguono un preciso ordine disegnando una sorta di otto. Il movimento cooperativo, come il calabrone, riesce a muoversi sempre in modo efficace, trovando al suo interno le risorse necessarie a fronteggiare i momenti di crisi, per questo è un modello vincente!”.

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