giovedì 11 aprile 2013

La delibera di Piccola Palocco: vincono i cittadini, la partecipazione e una nuova idea di sviluppo per il Municipio X

Questa notte si è messo un punto, che ci auguriamo definitivo, all'incubo cemento di questa città.
La partecipazione dei cittadini, delle associazioni e dei comitati insieme all'impegno costante nostro e di tutte le opposizioni ha messo alle strette l'amministrazione Alemanno che non è riuscita a chiudere questa stagione con il bottino che si era prefissato.
Sono davvero felice e orgoglioso che sul nostro territorio il Comitato di comitati NO Piccola Palocco abbia avuto la meglio sugli interessi speculativi.
Ha vinto il lavoro di squadra, hanno vinto la democrazia e la politica dell'ascolto e della legalità.
Ci siamo impegnati con tutte le nostre forze a livello municipale, comunale e regionale perché questa vicenda avesse l'attenzione e l'esito che meritava.
E lo abbiamo fatto in primo luogo nell'interesse diretto degli abitanti della zona, per scongiurare i pericoli più immediati legati al dissesto idrogeologico e alla drammatica situazione della mobilità che caratterizza questo municipio.
Ma ci tengo a precisare che il senso più ampio di questa battaglia è nel nostro dissenso nei confronti di una concezione distorta, quando non del tutto assente, del bene comune e della pianificazione territoriale portata avanti in questi ultimi anni dalla politica di centro-destra.
Il nostro obbiettivo è ridare energia e futuro al nostro Municipio e alla nostra città. Riteniamo sia prioritario adesso concentrarci sul miglioramento dei servizi, l'attenzione all'ambiente, la rivalutazione delle nostre risorse culturali, naturalistiche e imprenditoriali. In questa visione la speculazione edilizia, in qualunque modo mascherata, non trova spazio, né ragion d'essere.
Possiamo progettare un Municipio X diverso da quello che ci hanno prospettato finora e con la partecipazione di tutti.
Per rispetto delle generazioni future alle quali abbiamo il dovere di lasciare in eredità opportunità e speranze e non solo dissesto e cemento.

Andrea Storri

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